martedì 11 settembre 2007

C'è stato un tempo ...

C'è stato un tempo in cui non eri schiava, ricordalo.
Camminavi da sola, ridevi,
ti facevi il bagno con la pancia nuda.
Dici di non ricordare più niente di quel periodo, ricorda...
Dici che non ci sono parole per descrivere quel tempo,
dici che non esiste.
Ma ricorda.
Fa uno sforzo per ricordare.
O, se non ci riesci, inventa.

Monique Wittig, Les guerrilleres, New York, Avon Books, 1969

Le guerrigliere, Bologna,
Lesbacce Incolte, 1996

Lo studio della Dea: ricadute sul politico e sul privato*

A Bologna all'interno dell'Associazione Armonie abbiamo cominciato seriamente a studiare la dea quando abbiamo conosciuto MarijaGimbutas e le sue affascinanti teorie, leggendo il suo libro "Il linguaggio della dea". Prima alcune di noi si erano avvicinate adautori che in qualche modo sostenevano l'ipotesi di un matriarcatoin tempi preistorici. Forse Bachofen era stato il primo. Ma poiavevamo incontrato Morgan, Engels, Malinowski, Fromm, Galli e altriche adesso probabilmente mi sfuggono. Poi finalmente abbiamoconosciuto Graves e con lui le cose hanno cominciano a cambiare,perché lui le prove le ha trovate, non quelle solide nei fatti e neireperti. Graves trova nei miti greci le prove dell'esistenza inGrecia in periodo pre-ellenico di una società matrifocale incentratasul culto della dea che verrà poi distrutta dalle invasioneindoeuropee, di popoli che adoravano una trinità maschile, Indra,Mitra e Varuna.Ma si continua a studiare, a discutere senza troppo metodo, potreidire senza obbiettivi precisi. L'esistenza in passato di una societànon sessista rappresenta soprattutto un'ipotesi consolatoria, undolce vagheggiamento contro le botte troppo dure che il patriarcatocontinua ad infliggerci.Con l'irruzione di Marija Gimbutas le cose cambiano radicalmente.Il suo libro getta lo scompiglio in una parte del movimento delledonne. Marija ha trovato le prove e ha trovato la chiave perinterpretarle grazie ai suoi studi estesi e approfonditi sui miti esul folclore europei. L'assenza di armi, di fortificazioni nei sitineolitici dove lei va a scavare viene interpretata come il segno diuna società pacifica. Le tombe che scopre, sostanzialmente uguali,per lo meno come ricchezza, vengono interpretate come segno di unasocietà egualitaria e non gerarchizzata. La presenza di tantissimepiccole statue raffiguranti donne, molte delle quali con seni,ventri, natiche e triangoli pubici molto enfatizzati vieneinterpretata come il segno di un culto femminile che ha come simbolila nascita, la crescita e la rigenerazione, e quindi di una societànon sessista, anzi decisamente ginocentrica. I vasi, i piatti etutti i reperti in genere sono molto belli, frutto di tecnicheavanzate, esprimono un simbolismo raffinato che alcuniinterpreteranno come la prima forma di scrittura. Dunque ilmatriarcato non è la società selvaggia e caotica di cui Bachofenparlava.Si inventa l'agricoltura, la ceramica, la tessitura e forse anche lascrittura.Marija per definire questa società preferisce usare una parola giàconiata da Riane Eisler, gilania che significa sostanzialmenteparità dei sessi e non esclusione della donna dall'amministrazionedel culto e dalla gestione della cosa pubblica. E' un pezzo dellanostra storia che appare. Frutto di questo incontro tra Marija e noidonne delle Armonie è il convegno del 2000. Non solo, cominciamo aquesto punto a lavorare con metodo. Il matriarcato o meglio lagilania non rappresenta più soltanto un sogno da cui trarre forza econforto, ma rappresenta la prima tranche della storia al femminile.Il femminismo anni '70 si era occupato del movimento delle streghe edel loro sterminio (La strega del Michelet, Le streghe siamo noi,etc). Spesso ci eravamo identificate in esse, perché come loro anchenoi facevamo la danza in tondo, i nostri girotondi in piazza, perchéci vestivamo un po' come loro, perché ci curavamo con le erbe,perché anche fra noi si cominciava a parlare di magia. Ma è statol'incontro con Michela Zucca a consentirci di inserire in manieraorganizzata nella nostra ricerca anche lo studio delle streghe, delcome e del perché sono state annientate (non del tutto, però).A quel punto il progetto di Armonie acquista maggiore respiro:vogliamo riscrivere tutta la storia delle donne, di tutti imovimenti antagonisti cui hanno dato vita, eliminando censure,menzogne, false interpretazioni che millenni di patriarcato hannomesso in campo. Nasce così il secondo convegno che abbiamoorganizzato. Si parte dalla dea e si arriva al femminismo deglianni '70, passando per le religioni pagane, il cristianesimo, leeretiche, le streghe e le odierne wicca. Tra l'altro questoconvegno è molto importante, perché si svolge mentre infuria ildibattito sulle radici cristiane nella cultura europea. Quindi anchenoi diciamo il nostro parere, illustrando i metodi violenti ecrudeli con cui spesso il cristianesimo si è affermato.Sulla nostra strada incontriamo purtroppo molte difficoltà. I libriin inglese raramente vengono tradotti in italiano, il libro dellaGimbutas è fuori catalogo da anni e, nonostante le richieste, non siparla di una ristampa. Noi cerchiamo di favorire gli incontri traautrici straniere, editrici e traduttrici. Da questo lavoro nasceun terzo convegno, come gli altri in collaborazione con la Provinciadi Bologna, dove presentiamo oltre al libro di LucianaPercovich, "La Coscienza nel Corpo", due libri di autriciamericane, "Quintessenza" di Mary Daly e "La Dea Doppia" di VickiNoble, la cui uscita tradotti in italiano è frutto anche del nostroimpegno.Anche lo studio delle permanenze non è molto facile a Bologna,sicuramente più difficile che qui a Trento. Non a caso qui esiste uncentro organizzato come questo, non a caso molte delle studiose distregheria vengono da queste parti. Qui il ricordo, le tracceresistono di più. Le tradizioni si mantengono più a lungo e illavoro di ricerca è più facile. La montagna protegge e custodisce.Qui si possono ancora trovare pietre della fecondità, sorgentimiracolose, grotte misteriose, insomma qui si trovano ancora fortitracce dell'antico culto. Nella pianura Padana la coltura intensiva,l'industrializzazione e l'urbanizzazione hanno fatto piazza pulitadi tutto. Forse qualcosa è rimasto soprattutto nel linguaggio.Dalle mie parti, nella bassa bolognese si dice ancora indialetto: "Non sono mica nato la notte in cui si scuote la canapa".Si dovrebbe dire per esattezza che non si è stati concepiti inquella notte e con questo si vuole sottolineare la certezza delproprio padre. Si deduce quindi che in quella notte i contadini,inebriati dalla canapa, si abbandonassero a feste orgiastiche chemettevano appunto in dubbio la certezza della paternità di chi erastato concepito durante quella festa. E' il ricordo di un sabba?Forse sì.Per il momento il nostro è ancora un lavoro di nicchia. Per questoabbiamo riscoperto il nomadismo degli anni '70 e ci muoviamo intante tra Bologna, Trento, Modena, Triora, Pescara etc. Tuttavia uncreativo che lavora per la pubblicità vicino a Bologna ha intenzionedi utilizzare le immagini della dea del neolitico. Qualcuna potrebbeanche trovare obiezioni, ma a me piace molto l'idea che finalmentepotremo vedere in un cartellone pubblicitario o in uno spotl'immagine di una donna nuda che invece di farci vivere il nostrocorpo come osceno o inadeguato, ci ricorderà la sua sacralità.Spesso il nostro lavoro viene deriso o ignorato dalla culturaaccademica, dalla cultura ufficiale, le stesse che in passato hannoderiso suffragette e femministe degli anni '70. Quindi la cosa nonci fa molto effetto, siamo abituate alla loro scarsa lungimiranza.Ci preoccupa invece l'incomprensione da parte di tante donne con cuiabbiamo condiviso e continuiamo a condividere battaglie importanti.Per molte purtroppo lo studio della dea è un modo per sfuggire ad unpresente molto duro, trovando conforto in un passato lontano. Noiinvece siamo convinte che riscoprire la storia delle donne, dellenostre lotte, delle nostre vittorie e delle nostre sconfitte sia lastrada buona per ricostruire la nostra integrità, la nostra identitàsenza le quali è difficile pensare di poter distruggere ilpatriarcato.Su questo argomento è inutile che mi dilunghi in spiegazioni. Inquesto convegno si parla anche di turismo sacro, qui si lavoraperché il senso del collettivo, di appartenenza ad un paese o a unaregione, nasca intorno ad un megalite, ad una sorgente, a unatradizione, a un ricordo antico. E in questa maniera si riesce afrenare lo spopolamento delle montagne, anzi a ripopolarle. Delresto anche Roma, quando si apprestava a diventare una grandepotenza imperiale, trovò la forza anche in Virgilio che ne cantavale origini divine.E' evidente che gli obbiettivi delle Armonie sono diversi da quellidegli antichi Romani. Vogliamo trovare una sorellanza non soloorizzontale, cioè tra contemporanee, ma anche una sorellanzaverticale, fatta di rapporti stretti e profondi con le nostreantenate ribelli che ci diano sempre più forza.Ma non è tutto qui. Studiare la dea ci ha aperto anche molte strade,ha avuto importanti ricadute sia a livello politico, sia a livelloculturale. Finora le donne di scienza si sono limitate ad accusarela scienza di essere fatta quasi esclusivamente da uomini e diessere patriarcale. La si accusa di avere un rapporto con la naturabasato soltanto sullo sfruttamento delle sue risorse (nondimentichiamo che tra le risorse ci sono anche i corpi delle donne edegli uomini) e di avere interrotto qualsiasi altro rapporto con lanatura nel XVI e XVII secolo, con la nascita della scienza moderna.Noi, con i nostri studi, possiamo dire qualcosa in più. Prima ditutto possiamo dire che la scienza moderna nasce alla luce dei roghiche all'epoca incendiavano tutta Europa e questi roghi nondistruggevano ferocemente soltanto (si fa per dire) le avanguardiedi un movimento antagonista o le sacerdotesse di antichi culti chesi rifacevano al sacro femminile. Questi roghi distrussero ancheun'antica cultura che vedeva legami tra il corpo e la mente, tra gliindividui, fra terra e cielo, tra uomo e natura, tra pensierorazionale e pensiero magico. La res extensa di Cartesio ècompletamente dominata dalla res cogitans, quindi l'uomo domina lanatura che comprende anche il suo stesso corpo. Hobbes sostieneche "homo homini lupus", l'universo è una macchina governata daleggi esterne per Newton, Bacone vede nella natura solo risorse dasfruttare. E allora non basta chiedere quote rosa nei laboratori enelle università. Si tratta di recuperare il pensiero magico,ripulirlo da tutte le incrostazioni che la sua marginalizzazione haprodotto e porlo accanto al pensiero razionale, non come opposto macome complemento. La dea compone gli opposti. A differenza dei tredei monoteisti, la dea non ha bisogno del diavolo come antagonista.E' lei, lei sola, la dea della vita e della morte.Non siamo perciò alla ricerca dell'antichissimo rito o dell'arcanaformula magica. Siamo alla ricerca di una sinergia fra pensieromagico e pensiero razionale che possa ricostruire quei cordoniombelicali che la scienza moderna ha tagliato.Non si è trattato di un taglio definitivo, perché qualcosa si muoveancora in quella direzione. Noi continuiamo a fare ricerca sulpensiero magico, cogliendone l'aspetto analogico e quello intuitivo.Gli scienziati che si occupano di fisica subatomica, mettono incrisi non solo le leggi di Newton ma anche tutta la scienza modernain generale. In un libro famoso di circa trent'anni fa, "Il Taodella Fisica" di F. Capra, di fronte alle scoperte sconvolgentidella fisica quantistica, l'autore cerca un sostegno concettualenelle filosofie orientali e nel misticismo. Sono certa che se inostri studi progrediranno, anche la magia delle streghe, leguarigioni delle sciamane, la spirale della dea diventeranno unpunto di riferimento per le scienziate e gli scienziati che voglionocambiare.Durante il nostro ultimo convegno, circa un mese fa, Vicki Noble,guaritrice oltre che scrittrice, ha dichiarato che tra una sciamanae una schizofrenica ci sono molti punti di contatto. L'ambiente fala differenza. Ma anche la conoscenza personale. Una donna che vedeciò che altri non vedono, che sente ciò che altri non sentono, ches'imbatte continuamente in segni o sogni rivelatori può precipitarein un abisso di sofferenza e di follia se la sua cultura lesuggerisce che questi ne sono proprio i sintomi. Ma noi sappiamo chequesti fenomeni rappresentano, per chi possiede gli strumenticulturali necessari, esperienze forti e significative che si possonopoi tradurre in una crescita personale e nell'acquisizione di potericome ad esempio quelli sciamanici.Non abbiamo ancora traguardi acquisiti, ma ci siamo aperte dellestrade di ricerca che riusciremo a percorrere con l'aiuto di tuttele dee che conosciamo e di quelle che avremo la fortuna diincontrare.Per quel che riguarda le ricadute sul privato preferirei parlareesclusivamente a titolo personale. Nei miei studi ho trovato unafrase di Riane Eisler tratta da "Il Piacere è Sacro" che per certiversi mi ha cambiato la vita : "Candele, fiori, musica e vino: di questo, lo sappiamo bene, sono fatti l'amore romantico, il sesso,l'amore. Ma candele, fiori, musica e vino sono pure la materia dicui sono fatti il rituale religioso, i nostri riti più sacri". Ecco,sesso sacro, è la strada buona. Ci siamo a volte perse incontrapposizioni fra orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo, frasesso hard e coccole, tra preliminari e penetrazione, tra passionibrevi e violente e amori dolci e duraturi. Ripeto, sesso sacro, corpi che si adorano a vicenda, questa secondo me è l'unica cosa importante. Sandra Schiassi *Tratto da "Matriarcato e Montagna 6: Atti del convegno dicembre2005, a cura di Michela Zucca, Centro di Ecologia Alpina, Trento 2007 Armonie Associazione di donne

Dal passato riemerge la Grande Dea

Il passato visto con occhi di donna: la civiltà dell'Antica Europa E se la storia della nostra civiltà europea non fosse iniziata conla vittoria del patriarcato, con le guerre e le gesta gloriose deglieroi e degli dei dell'Olimpo? E' quanto dimostra l'archeologa MarijaGimbutas che ha riportato alla luce nelle sue campagne di scavo nelcuore dell'Europa le tracce di una raffinata civiltà protoeuropeapacifica, da lei chiamata civiltà dell'Antica Europa, che nonconosceva l'uso delle armi, non aveva fortificazioni, e la cui cultura era legata al ciclo della natura: vita, morte erigenerazione, simboleggiate dalla Dea. Saranno le progressive ondate migratorie di popolazione indoeuropee provenienti da est edalle steppe, che dal 3500 in avanti arrivano con il cavallo e laspada, e con una precisa struttura gerarchica e guerriera allespalle - i cosiddetti Kurgan - a demolire lentamente mainesorabilmente la pacifica civiltà dell'Antica Europa, e con essala religione che venerava la Dea, origine di tutte le cose viventi,energia incessante che genera tutte le forme. Ma il femminile comepresenza sacra con cui dialogare permane lungo i millenni nellefigure, nei simboli negli oggetti, nei canti e nelle danze, nelfolclore, memoria iscritta nelle nostre cellule.…l'Archeomitologia di Marija GimbutasManufatti, tombe, statuette, oggetti di culto, immagini femminili,sculture antropomorfiche e zoomorfiche, simboli ideografici,iscrizioni, ornamentazione, testimonianze mitologiche e linguistichesono l'enorme massa di reperti e materiali che fungono da chiaveinterpretativa di un'epoca altrimenti non documentata. In assenza ditesti scritti, Marija Gimbutas ha decifrato il complesso sistema disimboli contenuti in questi materiali, da cui emerge "un sistemaideologico coerente e continuativo" che riflette la religionedella "Grande Dea". L'archeomitologia, il metodo di studio da leisviluppato, affianca all'archeologia la mitologia, l'etnologia, ilfolclore, la linguistica e i documenti storici, e si fonda sulpresupposto che le credenze e i rituali espressi dalle cosmologiesacre nelle società arcaiche tendono a conservarsi sopravvivendo infasi culturali successive. La presenza di migliaia di statuette ,oggetti di culto, modelli di templi indicano attività ritualicollegate alle realtà stagionali, ed essendo le immaginiantropomorfiche prevalentemente femminili riflettono la centralitàdella donna nell'ambito domestico, agricolo e religioso.La Grande DeaLa "Grande Dea" non è la versione femminile del Dio monoteisticotrascendente, ma il simbolo dell'unità di tutte le forme di vita innatura. I poteri della Dea non si limitano alla fertilità e allamaternità, ma si estendono a tutti i processi del divenire, dunqueanche a quello della morte e della rinascita. La Dea è perciòrappresentata nei suoi molteplici aspetti; è una rappresentazionefluida, aperta, che cambia. E' sì raffigurata nelle statuette con igrandi fianchi e i seni abbondanti, ma è anche altro: uccello,serpente, pesce, albero, fiore, pietra. Sono metafore sacre che nonhanno avuto inizio con la transizione alle economie agricole delNeolitico ma hanno origine nell'era Glaciale del PaleoliticoSuperiore.I mille volti della dea. Simboli della trasformazione: nascita,morte, rigenerazioneAd Hacilar, Anatolia centrale (fine VI millennio), una rana diterracotta con testa e seni di donna è raffigurata in forma di Maperta, nella tipica posizione del parto e una rana in pietra neraproveniente da Achilleion (6300 a.C.) è raffigurata nella stessaposizione, con una vulva dentellata che era stata forata per essereusata come amuleto. L'usanza di scolpire rane e ibridi donna-rana inassociazione con la nascita e la rigenerazione continua anche inepoca storica. Una statuetta in terracotta appartenente alla Primacultura Sesklo ad Achilleion (6300-6200 a. C circa.) raffigura unadonna incinta con le gambe sollevate a mostrare la grande vulva;sulla parte inferiore della schiena sono incise tre linee parallele.In una posizione simile è anche una scultura proveniente dal tempiomegalitico di Hagar Quim sull'isola di Malta; la donna tocca con lamano destra la vulva mentre tiene alzata dietro la testa lasinistra, nove linee parallele incidono la schiena. Si può supporreche le donne non partorissero da sole ma fossero assistite da altredonne, in una sorta di rituale quasi sciamanico volto a sostenere ilparto che, non di rado, era una soglia fra la vita e la morte -molte infatti erano le donne che morivano dando alla luce i figli.Esistono poi numerose sculture che esprimono un legame fra regnoanimale e quello umano. In una scultura Vinca una madre tiene inbraccio due bambini raffigurati da orsi, oppure con maschere daorso. L'associazione dell'orso(bear) con la donna che partorisce èavvalorata dalla radice bher e ancora oggi in inglese si dice "tobear children", partorire bambini. Ma anche la scrofa, l'uccello,il maiale sono simboli di nascita. Molti sono i vasi, le brocche ele statuette a forma di uccello dotate di segni. Una Dea –uccelloproveniente da un sito Sesklo in Tessaglia (VI millennio) indossauna maschera con un grande becco, ha un lungo collo da uccelloacquatico e capelli accuratamente pettinati; con le mani offre isuoi seni, fonte di nutrimento, sorgente del liquido che dà la vita;sul braccio sono incisi V multiple, ornamenti a zig zag, i simboliche che Gimbutas identifica come i segni della Dea.Molte sono le sculture con attributi di serpenti, sedute inposizione yogica. I serpenti sono stati sempre venerati come veicolidei poteri ctoni, spiriti degli antenati, metafora delle realtàcosmiche della morte e della rigenerazione. Come gli uccellidepongono le uova, procurano la vita, dunque anche la morte e larinascita.Tra le figure associate con la morte e la rigenerazione troviamol'avvoltoio (v pitture parietali Catal Huyuk) dipinti nell'atto diavventarsi su cadaveri per consumarne le carni. In Egitto la DeaMut, Neith e Iside hanno tutte l'aspetto dell'avvoltoio. La Dea-Civetta è un'immagine ricorrente sulle pareti delle tombemegalitiche. Ma anche la cornacchia, il corvo, il falco, il cuculo.La dispensatrice di vita può trasformarsi in immagine spaventosa dimorte o essere rappresentata come un nudo rigido con un grandetriangolo pubico in cui inizia la trasformazione della morte invita. Queste immagini sono quasi sempre ricoperte di segni: vortici,croci, segni quadrangolari simboli del dinamismo della natura cheassicura la nascita della vita e muove la ruota del tempo ciclicoperché la vita si perpetui.La vita umana e quella animale sono generate dal corpo femminile,l'ocra rossa, simbolo del sangue della vita rimanda al suo mistero:le donne come le stagioni e la luna seguono dei cicli, è per questoi nostri progenitori hanno considerato femminili anziché maschili ipoteri del mondo che donano e mantengono la vita.Il linguaggio della Dea: una scrittura?Triangoli, spirali, meandri, chevron, zig zag, reti, cerchiconcentrici, doppie asce, linee ondulate: si parte da un segno dibase su cui si fanno variazioni semplici o complesse. Si trovanosugli oggetti posti nelle tombe, sulle tavolette votive, neisantuari, sui piatti di culto , nei vasi cerimoniali, nelle ciotoleper libagione, sulle statuette. Oggetti, statuine iscritte: elementiornamentali contraddistinti da un principio di simmetria, ma anchesequenza di segni senza simmetria, criterio che distingue i motiviornamentali dai segni della scrittura. Li troviamo ovunque nellaciviltà balcanica, e la tradizione di iscrivere figurine o altrocontinua anche dopo la fine di questa civiltà trasferendosi nelleculture successive, quella minoica a Creta, e quella micenea e inparte anche nella cultura delle isole Cicladi. Secondo le ricerchedi Haarman il contenuto delle iscrizioni è costituito da invocazionialla dea, preghiere, formule ritualistiche, un uso della "scrittura"che si sviluppa esclusivamente all'interno di un contesto religiosoe non economico, e che secondo il linguista rappresenterebbe ilmateriale visuale dal quale più tardi è stato composto l'inventariodei segni della scrittura. Circa la metà dei segni del sistemacretese Lineare A sarebbe di origine balcanica, secondo le teorie diHaarman. "Si può pensare che nella memoria culturale della gentebalcanica" si chiede lo studioso "la grande Dea, che aveva tantefunzioni, fosse forse anche la patronessa della scrittura?"Tempi e luoghi della DeaIl tempo della Dea è un tempo ciclico e non lineare, simboleggiatodalla spirale, espressione della trasformazione continua del mondonaturale che, senza sosta, perpetua la vita.Il calendario lunare o mestruale: il corno con le 13 tacche incisedella Venere di Laussel.I "luoghi" della Dea sono le sorgenti, le fonti, le grotte, lerocce, le grandi pietre, la natura selvaggia; le caverne, i riparisotto roccia rappresentano l'utero materno da cui tutto nasce e acui tutto ritorna, es. tra i tanti le tombe scolpite nella roccia inSardegna. Non a caso molte tombe e templi prendono la formadell'uovo, della vagina e dell'utero della Dea e spesso la forma diuna tomba è simile alla collina naturale con un omphalos (pietrasimbolo dell'ombelico) sulla sommità a rappresentare il ventregravido della Dea.Le grotte e i ripari sono stati per lungo tempo santuari, luoghi diculto e sulle pareti delle rocce troviamo anche le primerappresentazioni sacre.Le sorgenti, le fonti: l'acqua come fonte della vita, acqua chescorre e permea ogni cosa…Arti e invenzioni della DeaLe donne sono state le custodi dei semi per millenni. I semi sepoltinella terra attendono di germinare come dalla tomba. Centrale nellapratica dell'agricoltura è l'osservazione che la fertilità dellaterra dipende dalla decomposizione della precedente materia vivente.L'agricoltura è stata da sempre "lavoro di donne". Sono donne le prime raccoglitrici e conoscitrici delle erbe e delle piante selvatiche, ne conoscono le proprietà nutritive ma anche quellecurative e magiche; l'agricoltura è quasi ormai da tuttiriconosciuta come un'invenzione femminile. Così come l'arte dellacottura dei cibi, la medicina. Ma anche la ceramica e molto probabilmente la terracotta; la tessitura e la filatura, l'intreccio dei cesti; tutti questi lavori erano sacri perché il lavoro domestico e la pratica rituale erano una cosa sola. Nicoletta Cocchi tratto dal sito di Armonie Associazione di donne